Missione vulcano è alle porte, Lipari è l'isola base, Stromboli l'obiettivo. Il vulcano è un qualcosa che fin da bambino mi ha sempre attratto. Il rosso della lava, la potenza eruttiva, la natura che si manifesta, film e leggende intorno ai vulcani, tutto questo ha stimolato il desiderio di assistere ad un'eruzione. E perché non farlo su uno dei vulcani più suggestivi e attivi del mondo?
Stromboli è il prescelto e il viaggio è realtà, a fare da contorno all'esperienza c'è l'arcipelago delle Isole Eolie, sette gemme nel Mar Tirreno a nord della Sicilia, con le loro bellezze naturali, la storia ricca e la varietà di paesaggi di mare e vulcanici le rendono una destinazione unica nel Mediterraneo e ambasciatrici della vita lenta. Ma mentre nella stagione estiva servizi e attività sono promossi da un grande flusso turistico, durante il resto dell'anno, come avviene spesso per mete del sud Italia, c'è un calo d'interesse che riduce la connettività con il resto delle terre emerse e gli approvvigionamenti di materie prime, mettendo in luce le difficoltà dell'isolamento e il drastico calo demografico di alcuni villaggi. Nonostante ciò, c'è qualcosa o qualcuno che non cessa la propria attività, continua ininterrottamente ad operare, a prescindere dalla stagione o dai turisti: Iddu. Iddu (lui) è il sostantivo usato dagli isolani riferito allo Stromboli, protagonista indiscusso dell'arcipelago.
Attraccati sull'isola vulcano si percepisce immediatamente di trovarsi in un luogo particolare, aria ed acqua caldissime, sabbia nera, pochissima urbanizzazione e un continuo sospiro nell'aria. Dopo l'eruzione del 2019 la salita al cratere prevede la quota di sicurezza fissata a 400m e la guida obbligatoria, ciò comporta la formazione di gruppi che salgono scaglionati. Perciò l'andata segue il ritmo dell'intero gruppo e può richiedere anche 3 ore; accompagnati da una media di 38°C si è costantemente esposti al sole e tanta è la sabbia alzata da ogni passo. Per questo motivo cerco di isolarmi e di prendere la coda del gruppo, in modo da osservare il paesaggio con più pace e in solitudine. Mentre ci si avvicina alla meta lo Stromboli suona la carica con i suoi sospiri e tuoni, emettendo colonne di fumo denso che riempiono l'aria. L'arrivo è a ridosso della Sciara del Fuoco, il pendio ad Ovest in una costante mutazione determinata dalle calate di lava e dai lapilli che impattano con il suolo.
Il tramonto apre il sipario e lo spettacolo inizia, con il calar della luce le fontane di lava conquistano il loro rosso fuoco e squarciano il blu profondo del cielo come il taglio nella tela di Fontana. Con il susseguirsi delle eruzioni lo Stromboli acquisisce come non mai il concetto di "vivo", intrattiene il pubblico mortale-pagante con il suo canto tetro e la sua danza verticale.